La diffusa opinione che il notaio sia caro è falsa. Prima di tutto perché la parcella che presenta non è il suo guadagno finale.
Si dimentica infatti che il notaio è un sostituto di imposta ed è quindi tenuto a riscuotere (per conto e nell’interesse dello Stato) tasse e imposte, che costituiscono la maggior parte della parcella.
Un esempio: per stipulare un atto di compravendita con agevolazione prima casa il notaio è tenuto innanzitutto a richiedere il pagamento dell’imposta di registro (con aliquota 2% ma comunque non inferiore a 1.000 euro) e le imposte ipotecarie e catastali in misura fissa (50 € ciascuna).
Quello che resta non è ancora l’onorario del notaio, perché vanno detratte la tassa archivio, le tasse consiliari, il costo delle visure ipotecarie e catastali e 2€ per ogni atto pubblico a repertorio. Va tolta infine l’IVA.
L’onorario del notaio è dunque una cifra molto diversa da quella che incassa anche per conto dello Stato; e remunera il tempo, l’impegno, lo studio necessari per tutelare i cittadini nella redazione dell’atto, evitando loro problemi e costi futuri. Va ricordata la responsabilità che il notaio si assume personalmente rispetto ai contenuti e agli aspetti fiscali dell’atto: è per questo che sottoscrive una assicurazione sulla responsabilità civile.